Viaggio da sola
Era il 2016, quando ci emozionò leggere il post di una studentessa paraguaiana. Iniziava con “Ieri mi hanno uccisa” e dava voce a due ragazze argentine uccise il giorno prima in Ecuador, stavano viaggiando zaino in spalla, perchè 20 anni arrivano una volta sola e il mondo è troppo grande, se a 20 anni non parti rischia di sopraffarti. “Per un uomo avrebbero avuto parole di cordoglio, io sono stata condannata perché non sono rimasta a casa”. Ci colpì, e inevitabilmente ne uscì una canzone, rimasta sempre nei cassetti.Oggi vediamo le scarpe rosse un po’ ovunque, le ideò Elina Chauvet, un’artista messicana, per ricordare le centinaia di donne rapite, stuprate e uccise a Ciudad Juarez e sua sorella minore, uccisa dal compagno quando aveva 22 anni.Oggi, in Italia, nel 2020, ci sono donne che muoiono, ma ci sono anche donne che vengono licenziate, violentate, che vengono additate con un “se..”: se esci vestita così, se vai a quelle feste, se fai certe cose… Seguito tipicamente da quel patetico “un po’ te la sei cercata”. Così come furono additate quelle due studentesse barbaramente uccise in sudamerica. L’unica cosa che cercavano era probabilmente ciò che ci spinge a vivere nel mondo senza additare gli altri.Ecco, nel nostro mondo chi se la cerca è benvenuta. Perchè cercare, in senso lato, è il primo passo per conoscere. E conoscere è il primo passo per amare.